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di Federico Perrone
Venerdì 15 ottobre 2021 si è svolta, sia in presenza che online, l’ottava edizione dell’EaS DAY, l’appuntamento annuale che riunisce docenti, dirigenti, studenti universitari e operatori scolastici in una giornata di studio e riflessione sulla didattica.
L’evento di quest’anno dal titolo “Costruire cittadinanza: Idee, curricolo, metodi per l’educazione civica nella scuola” è stato caratterizzato da tre momenti di riflessione intorno ai quali si è approfondito quelli che oggi rappresentano i tre pilastri dell’educazione civica: la costituzione, il digitale e la sostenibilità.
La mattina si è aperta con i ringraziamenti agli organizzatori da parte di Ilario Bertoletti, direttore editoriale di Morcelliana Scholé, casa della rivista Essere a Scuola, all’Università Cattolica per la possibilità di aver svolto questo importante appuntamento in presenza presso la sede di Brescia. Un ringraziamento particolare è stato fatto anche all’Istituto Achille Ricci, alla Fondazione Brescia Musei, a Pier Cesare Rivoltella, a tutto il Cremit e alla Fondazione Cogeme.

Qui di seguito alcuni spunti di riflessione dalle relazioni che sono seguite:
- Costruire cittadinanza: La nostra costituzione
La prima relazione è stata tenuta da professor Filippo Pizzolato, ordinario di “Istituzioni di Diritto Pubblico” presso l’Università degli Studi di Padova, che è intervenuto approfondendo il tema dell’insegnamento della cittadinanza attraverso la nostra costituzione.
Il professore ha messo in evidenza come sia riduttivo misurare l’apprendimento della cittadinanza basandosi esclusivamente sulla dimensione delle regole. Assumere questa prospettiva pone il rischio di concentrarsi esclusivamente su una formazione disciplinare, regimentale che non tiene conto del vero fine della nostra costituzione: il pieno sviluppo della persona e la sua partecipazione nella società.
Pizzolato ha sottolineato inoltre come la costituzione, e in particolare quella italiana, non possiede solo il valore di disciplinamento dei comportamenti sociali e non fa della democrazia un semplice strumento elettivo. La costituzione rappresenta una legge che emancipa l’essere umano, che crea possibilità, che assume la prospettiva del giovane e che si realizza nella partecipazione feriale. Una partecipazione che coinvolge tutti nella costruzione quotidiana della nostra società.
Compito della scuola, quindi, è quello di aiutare i ragazzi e i cittadini ad aprirsi alla scoperta della propria vocazione e interpretarli in una logica di costruzione e tessitura della convivenza reciproca. Pensare alla democrazia in questa direzione è ciò che restituisce un senso completo alla cittadinanza.
La scuola – conclude il professore – può essere protagonista di esercizi di cittadinanza attiva come, ad esempio, l’utilizzo dello strumento: “il regolamento dei beni comuni”. Un dispositivo che restituisce una idea di democrazia costruita con la partecipazione e la convivenza.
- Costruire cittadinanza: scuola e digitale
A seguire il professor Pier Cesare Rivoltella ha approfondito quella che rappresenta il secondo pilastro dell’educazione civica e cioè l’educazione digitale.
Al centro della riflessione l’interpretazione dei media come spazi di esercizio della cittadinanza e l’individuazione di alcuni aspetti del costrutto della cittadinanza digitale in grado di interrogare la scuola di oggi e l’educazione civica. Attraverso una l’analisi di alcuni concetti di due libri:
- “Dopo la democrazia?” di Derrick De Kerckhove e Antonio Tursi (2006)
- “La cultura dell’intelligenza artificiale” di Anthony Elliott (2021).
Rivoltella ha messo in evidenza la presenza di un gap di concettualizzazione in riferimento al costrutto della cittadinanza digitale da parte dei due autori e in particolare individua quelle che sono le sfide alla quale la scuola oggi è chiamata a intraprendere.
Nel libro Dopo la Democrazia Rivoltella mette in evidenza un’idea di cittadinanza digitale costruita su alcune determinate competenze del cittadino:
- Attitudine alla discussione e al dibattito pubblico
- Abilità comunicative
- Sviluppo di conoscenze e competenze funzionali alla new economy
- Il concetto di responsabilità dovuta alla più ampia libertà di espressione e accesso alla informazione
Rivoltella sottolinea come queste competenze siano oggi ancora valide, ma insufficienti nella società degli algoritmi in cui viviamo, mettendo inoltre in luce il rischio di pensare queste competenze in un’ottica funzionale, come un semplice questionario da “flaggare” in grado di constatare la piena consapevolezza e la realizzazione di una corretta cittadinanza digitale.
Nel libro di Elliot invece vengono messe in evidenza quelle che sono le questioni più rilevanti legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella società di oggi e che impattano inevitabilmente sul processo di educazione alla cittadinanza. In particolare, risultano essere quattro i temi riportati da Rivoltella:
- La globalizzazione e la geopolitica
- La riduzione della libertà e della privacy
- La mancanza di fiducia nelle istituzioni pubbliche
- Il proprio riconoscimento negli algoritmi (logica della profezia che si autoavvera)
Per poter ragionare di queste questioni a scuola non ci si può affidare a strategie che riducano l’AI come semplice casella da spuntare (ottica funzionalista) e neanche optare per una cura detox dai dispositivi digitali.
È impossibile oggi disintossicarsi completamente dai dispositivi digitali. Costruire una cittadinanza digitale quindi significa imparare a vivere e conoscere queste logiche facendo valere i propri diritti:
- Diritto alla trasparenza digitale
- Diritto all’accessibilità
- Diritto all’identità e domicilio digitale
In questo senso alla scuola serve sperimentare nuovi metodi di stare in comune e stimolare gli studenti a inventarsi senza sosta e fare della propria vita un ‘opera d’arte, proprio come indicato nella nostra costituzione.
- Costruire cittadinanza: il nostro ambiente
In questo terzo momento primo a intervenire sul tema ambientale è stato il professor Gabriele Archetti offrendo una riflessione sui paesaggi e in particolare come questi rappresentino l’espressione delle diverse civiltà presenti nell’essere umano.
“I paesaggi che oggi vediamo sono stati pensati prima dall’uomo, e questi possono essere modificati poiché gli uomini possono modificare i propri interessi. Studiando il paesaggio e mettendo in evidenza questi aspetti è possibile sviluppare parte del percorso curriculare svolto in classe”.
Il professore mette l’accento su come l’insegnamento non possa essere sganciato dalla vita di tutti i giorni e di come gli insegnanti debbano conoscere il patrimonio culturale “poiché la conoscenza di uno spazio porta alla tutela e al confronto con l’appartenenza a un luogo”.
Archetti suggerisce infine la necessità di un insegnamento all’intolleranza attiva nel senso positivo del termine aiutando gli studenti a crescere robusti e capaci di guardare al loro presente in una prospettiva costruttiva verso il loro futuro.
La giornata si è conclusa con l’intervento del Dott. Stefano Pasta che ha posto l’accento sull’educazione alla sostenibilità come grande obiettivo dell’apprendimento.
Il rischio legato a questo tema è una traduzione didattica che consideri questo argomento come uno dei tanti da trattare rispetto all’insegnamento di educazione civica, escludendo invece la possibilità di tenere insieme in un unico sistema l’educazione alla sostenibilità con l’educazione digitale e l’educazione alla costituzione.
In particolare, Pasta pone l’educazione alla sostenibilità e quella ecologica come possibile risposta alla crisi di partecipazione giovanile presente nella nostra società. Il movimento Friday for Future è l’esempio di una inversione di tendenza che insegna come l’attenzione alla sostenibilità ecologica abbia contrastato il deficit partecipativo tanto proclamato. Questo modo di pensare stimola la democrazia non solo in ottica rappresentativa ma soprattutto in quella partecipativa, come più volte richiamato all’interno della giornata. In particolare, vengono messe in evidenza tre competenze fondamentali da coltivare in riferimento a questo tema:
- Saper pensare e capire il mondo locale per comprendere il mondo globale
- Le competenze morali e riflessive, per esercitare la vocazione collettiva e non individuale
- Competenze di partecipazione, che risultano essere legate alla capacità di pensiero decisionale
L’educazione alla sostenibilità – continua Pasta – può essere l’occasione in classe per avviare discussioni intorno a problemi etici comuni. È importante quindi come ci poniamo di fronte al tema dell’ambiente, e in particolare di fronte a un’idea di sostenibilità anche rispetto alla scuola digitale.
È necessario pensare alla presenza di scuole innovative e democratiche in grado di coltivare il loro rapporto con il digitale e che sappiano fare dell’approccio pedagogico un punto di riferimento poiché esso rifiuta di individuare nella tecnologia l’unica causa delle trasformazioni della nostra società.
La mattinata si è poi conclusa con la premiazione dei vincitori al Concorso EAS DAY 2021 “La Costituzione e la cittadinanza digitale”: qui, l’articolo con l’elenco completo.
In seguito, tutti i presenti hanno partecipato ad una visita speciale organizzata da Fondazione Brescia Musei.
A questo link, lo Steller di Alessandra Carenzio con una sintesi ricca di spunti, così come sui canali social Cremit i momenti salienti della giornata.