Scuole nuove o innovazione educativa? A cento anni dal Convegno di Calais
6-7-2021
di Pietro Lucisano
La riflessione che vorrei proporre alla vostra attenzione parte da lontano: cento anni fa, nel marzo del 1921, si è svolto il convegno fondativo della Ligue Internationale de l’Éducation Nouvelle, un convegno promosso da Adolphe Ferrière, Beatrice Ensor e Iwan A. Hawliczek, animatori del ‘‘New Education Fellowship’’, associazione di educatori teosofi inglesi, e da Georges Lyon, rettore dell’Académie di Lille.
Il convegno si è ripetuto negli anni tra le due grandi guerre raccogliendo la partecipazione di pedagogisti quali Pierre Bovet, Édouard Claparède, Ovide Decroly, John Dewey, Beatrice Ensor, Ovide Decroly, Paul Geheeb, Célestin Freinet, Maria Montessori, Jean Piaget, Elisabeth Rotten.
Il movimento delle scuole nuove continua a rappresentare un punto di riferimento significativo per chi si occupa di educazione. Non è questa la sede per ripercorrere, ma merita farlo, quali siano state le spinte e le motivazioni a cercare di fondare un’internazionale dell’educazione. Certamente una spinta remota fu il contrasto tra le speranze accese dall’inizio del nuovo secolo e l’orrore della guerra. Quasi a recuperare nell’internazionale dell’educazione quella capacità di costruire quell’umanità nuova di cui tutti percepivano l’urgenza, e insieme il desiderio di riportare nell’educazione i contributi che la ricerca scientifica e sperimentale stavano portando alla comprensione dei processi di sviluppo, di apprendimento e di socializzazione delle giovani generazioni. Non mancarono discussioni e contrasti tra chi riteneva che alla base dell’educazione nuova fosse da porre l’attenzione alla spontaneità naturale dei bambini e alla loro creatività e chi riteneva invece che fosse necessaria una maggiore presenza dell’intervento educativo e ancora tra chi riteneva persa la possibilità di realizzare una nuova educazione nelle istituzioni scolastiche pubbliche e che l’unica possibilità per sperimentare scuole nuove fosse porsi al di fuori del sistema e chi riteneva che il movimento fosse un laboratorio al servizio del sistema scolastico pubblico. Nel presentare le conclusioni che sintetizzano questo dibattito, anche per motivi di spazio, cerco di resistere alla tentazione proporre un commento puntuale ai singoli aspetti nuovi delle scuole nuove, e all’intenso dibattito che portò nel congresso di Nizza del 1932 alla rivisitazione dei Principes de ralliement de la Ligue [1].
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