
Il Convegno, patrocinato dall’Università degli Studi di Torino, dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione, dal Centro Interdipartimentale per la Ricerca Didattica e l’Aggiornamento degli Insegnamenti, da Ashoka Italia, dal DoRS Piemonte, da AIMMF e CISMAI,
Per iscriversi all’evento, collegarsi al seguente link: https://docs.google.com/forms/d/1qVc0t01l_aB-oy4kI9fQHGPoopz6HWk5VcEVsT1sqks/viewform?edit_requested=true
Per partecipare all’evento, collegarsi al seguente link: https://unito.webex.com/meet/emanuela.guarcello
La capacità di “pensare l’impossibile possibile”, di partecipare alla creazione di ciò che è razionalmente fondato, eticamente sentito come irrinunciabile pur se terribilmente impervio e a oggi impensabile, è una delle grandi assenti nel panorama delle competenze riconosciute e promosse all’interno delle esperienze scolastiche.
Non è infatti una capacità chiaramente identificabile nella costellazione di quelle competenze che oggi riconduciamo entro il noto frame dell’innovazione: non riguarda l’abilità di implementare ciò che già esiste. Riguarda piuttosto la facoltà di immaginare (vedere con gli occhi della mente), di pensare (comprendere il significato) e di giudicare (sottoporre a esame critico e deliberare) la creazione di “punti di rottura”, l’avvio di processi di radicale rinnovamento dell’esistenza in senso umano.
Pensiamo, andando a ritroso nel nostro passato, all’avvio del processo di inclusione delle bambine all’interno dell’esperienza scolastica o all’avvio del processo di democratizzazione sul piano politico, culturale e sociale. Sono punti di rottura – questi – che rileggono l’idea di innovazione ponendone al centro la capacità di pensare l’impensato. Impensato non solo poiché (fino a ora) non ancora pensato, quanto piuttosto poiché ritenuto impensabile (impossibile o improbabile) nonostante sia fattibile, ragionevole e irrinunciabile per la promozione della dignità umana.
È da sempre che questa particolare capacità di pensiero (di immaginazione e di giudizio) ha la forza di aprire l’uomo alla possibilità di ri-creare la propria esistenza umanizzandola.
Al contempo – proprio a fronte della visione innovativa che le nuove generazioni sono chiamate a mettere in campo per gestire la complessità, l’urgenza e la rischiosità dei problemi sociali, ecologici, economici, tecnologici,… dell’immediato futuro – è in particolar modo oggi che questa stessa capacità va ricercata, promossa e coltivata in modo precoce e universale.
Perché e come – quindi – formare a immaginare, pensare e giudicare l’”impossibile possibile”?
Quali gli ambiti e le pratiche per nutrire l’improbabile nella mente e nel cuore dei bambini e delle bambine, affinché possa irrompere nel mondo rinnovandolo e così (forse) salvandolo dalla rovina?
Evento di apertura
Intervengono: Sara Nosari, Tatyana Tsyrlina-Spady, Franco Lorenzoni
Gli ambiti
Intervengono: Haim Omer, Federica Valbusa, Matteo Bianchini, Ludovica Tramontin, Mirella Bertero Tania Cerruti, Abele Longo, Federico Farini, Ezio Scali Manuela Repetto, Renato Grimaldi, Sandro Brignone, Silvia Palmieri, Giacomo Como, Marco Berardinelli, Simone Conradi Claudia Chiavarino, Simonetta Lingua, Davide Tibaldi, Francesco Sgrò, Amedeo Giani Marina Riccucci, Pierguido Asinari, Roberto Galimberti, Alessandro Forneris
Le pratiche
Intervengono: Vittorina Buttafuoco, Roberto Cerchio, Amico Dolci, Ana Barroca, Marilena Dellavalle, Joëlle Long, Roberta Vicini, Enrico Quarello, Antonella Castagno, Alessandra Cordero