
“Occorre riconsiderare il privilegio che si ha quando si è ventenni, il privilegio della solitudine, che è uno dei grandi privilegi della civilizzazione: il lusso di poter essere soli. Ma non si può essere soli se si è online tutto il giorno.”
Ian McEwan
Abbiamo scelto e usiamo le parole del vocabolario come strumenti teorici e pratici che permettano alle nuove generazioni di instaurare un rapporto proficuo e positivo con dispositivi e contenuti digitali.
Tra tutte, Immaginazione è quella che forse meglio rappresenta ciò che abbiamo sempre cercato di stimolare nei giovani: andare oltre ciò che viene proposto e imposto dall’alto, dar forma a qualcosa di personale, attingere a quanto si sente dentro di sé e non solo a quanto arriva dall’esterno. Più semplicemente, acquisire un proprio modo di creare qualcosa di nuovo.
Oggi siamo di fronte a una drastica riduzione della capacità di immaginare, che non coinvolge solo i più giovani ma che in loro preoccupa maggiormente, dato che è da loro (così come dagli artisti) che è sempre arrivata la spinta alla creazione, al cambiamento, al nuovo.
L’immaginazione sembra invece essere demandata all’AI, come se uno strumento senza corpo, senza anima e senza coscienza potesse davvero creare qualcosa di nuovo. L’immaginazione è una prerogativa della condizione umana e l’AI può essere un eccezionale strumento per dare forma alla nostra e solo nostra capacità di immaginare.
Per alimentare e mantenere fertile l’immaginazione occorre limitare l’utilizzo degli schermi e dei loro contenuti, andare offline, restare soli con se stessi, almeno per una parte della giornata.
Questo suggerimento può essere molto utile non solo per gli scrittori, ma anche per chi vuole semplicemente conservare ed alimentare la forza della propria immaginazione, senza perdersi nel diluvio di immagini e informazioni dei media digitali.#IMMAGINAZIONE
Come sottolinea il grande artista cinese Ai Weiwei, l’immaginazione è profondamente naturale, mentre ciò che è artificiale, come l’intelligenza artificiale, ha le caratteristiche della disumanizzazione. Perché? Perché non è in grado di fantasticare, di creare e di sognare e soprattutto non sbaglia mai: la sua perfezione è meccanica, priva di quella tensione vitale che genera crescita e bellezza
Partendo da sé stessi diventa più facile e più desiderabile confrontarsi con gli altri, stabilire relazioni, sviluppare un pensiero critico. In tutto ciò l’immaginazione umana svolge un ruolo cruciale. Con questi presupposti diventa poi infinitamente più proficuo utilizzare, anche quotidianamente, i mezzi digitali senza farsi condizionare.
L’educazione al Benessere Digitale non può basarsi solo sulla rinuncia o sulla regolamentazione dell’uso dello smartphone e degli altri mezzi, come si pontifica da più parti.
L’educazione deve passare dal loro impiego mirato e consapevole.Il Benessere non è il prodotto di un divieto, ma di un’educazione alla libertà. Anche di immaginare.
Non esiste una vera contrapposizione tra uso o rinuncia all’online. Per stare bene ed essere individui consapevoli, occorre essere in grado di gestire tempi e modi.
Il fine dell’educazione al digitale è elaborare e rendere disponibili strumenti didattici che permettano di compiere questo difficilissimo cambiamento. Alternando le attività che si svolgono con i dispositivi collegati alla rete, ma anche senza connessione, oppure spegnendoli. Per cercare di ristabilire un equilibrio necessario.
Quando suggeriamo a ragazze e ragazzi di spegnere il telefono, di lasciarlo offline per qualche ora, di impiegarlo solo quando serve davvero e non per riempire i vuoti, non intendiamo una lotta contro la tecnologia. Tutt’altro. Stiamo suggerendo una via per utilizzarli in modo utile non restandone sottomessi.
In questo modo, una volta riacceso lo smartphone, quando lo si stringerà tra le dita, saremo in grado di sfruttarne la vera potenzialità ridando dignità agli obiettivi per cui è nato.
IMMAGINAZIONE
è la sesta ed ultima delle PAROLE CHIAVE suggerite per il
BENESSERE DIGITALE.
Trovi qui le puntate precedenti del ‘Vocabolario del Benessere Digitale’:
https://www.cremit.it/category/media-education/
IL METODO DEGLI EAS: UNA PROPOSTA PER AFFRONTARE LA CRISI DELL’INSEGNAMENTO DELLA STORIA E IL CONFRONTO CON IL PRESENTE
Ago 24, 2022 | In evidenza, Pensare la didattica| 0 |

Photo by Huzaifa Tariq on Unsplash
ABSTRACT
In questo articolo si propongono alcuni spunti di riflessione sull’insegnamento/apprendimento della storia nel complesso presente che stiamo vivendo in ordine al rapporto con la contemporaneità, con i consumi culturali di studentesse e studenti e con l’epistemologia della disciplina. Si presenta il metodo degli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) nelle sue linee generali e in quelle specifiche relative alla disciplina storica, suggerendo un’idea di scuola che accolga l’innovazione entro la tradizione.
Il progetto: Educazione Civica Digitale, un’ipotesi per la scuola primaria
2 giorni fa di Maria Cristina Garbui

“Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, parte il corso sperimentale per le scuole lombarde – Il Corecom Regione Lombardia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tramite i suoi Centri di ricerca sulla sui media e la comunicazione (OssCom) e sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia (Cremit) propongono alle scuole lombarde un progetto sperimentale di ricerca-intervento sulla formazione alla cittadinanza digitale nella Scuola Primaria che partirà l’8 novembre 2021.
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“Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, continua il corso sperimentale per le scuole lombarde – Secondo i suoi aspetti principali, la cittadinanza digitale si può declinare come insieme di diritti e di responsabilità, come identità e come partecipazione. Con l’attuazione della legge n. 92 del 20 agosto 2019 Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica, in applicazione della quale sono state poi emanate le Linee guida del 2020, si sono mossi i primi passi per preparare gli studenti della scuola italiana a diventare cittadini attivi e consapevoli in una società democratica e caratterizzata da cambiamenti sempre più rapidi.
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“Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, gli esiti e le progettazioni del corso sperimentale per le scuole lombarde – Alla fine di marzo si sono conclusi i lavori del progetto realizzato dal Corecom Regione Lombardia e dall’Università Cattolica di Milano, tramite i suoi Centri di ricerca sui media e la comunicazione (OssCom) e sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia (Cremit), con la direzione scientifica di Piermarco Aroldi e Pier Cesare Rivoltella.
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#staytuned
Vi aggiorneremo presto in merito alle nuove prospettive di ricerca che nasceranno da questo progetto anche a partire dal lavoro di applicazione delle proposte progettuali dei docenti che hanno partecipato.
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Media Education Conference 2021, organised by the University of Lapland, brought together researchers and experts from all over the world to Rovaniemi, Finland to discuss and present research findings exploring the topical questions related to mediated society, literacy and learning.
Approfondimenti formativi per il progetto „ Mediazione per l’accoglienza“ Consorzio Erasmus Plus 2021-1-IT02-KA121-SCH-000012059: Obiettivi 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.
KAVI promotes media literacy in Finland
Together with Leo Pekkala we presented the greetings from the National audiovisual institute KAVI and introduced some of our latest key initiatives to promote media literacy in Finland.
Promoting systematic and cumulative development of media literacy for children and young people
Children live in a media-rich and highly digitalized society. Smart phones, digital games and online video content are part of a minor’s everyday life as much as books, sports equipment or toys.
However, children are not born as competent digital media users. They need education and guidance to learn how to benefit from media. In the Finnish national curricula, broad aspects of literacy are widely included—from early childhood education right through to pre-primary and basic education.
To further support nation-wide equality and each child’s right to learn, the Finnish Ministry of Education and Culture has launched the national New Literacies Development Programme for the years 2020-2022.
The programme is carried out and coordinated by two governmental agencies: our institute KAVI and the Finnish National Agency for Education.
The core of the development programme is a set of competence descriptions for the following three areas:
- media literacy,
- programming and
- information and communications technology (ICT)
The competence descriptions were formed based on the national core curricula in a process involving education experts across the country. In basic education, one important aim of the descriptions is to clarify, to both teachers and the young people themselves, the competences that pupils are expected to achieve through their education. In early childhood education and pre-primary education, no direct learning objectives are set for children. Instead, the descriptions are targeted at professionals as examples of good pedagogical practice.
Competence descriptions aim to inspire and support the systematic planning and evaluation of teaching. The descriptions also demonstrate how these competences cumulate through early childhood education, pre-primary education, and the different grade-levels of basic education.
A variety of free teaching resources will be produced and disseminated for educators to support them in their pedagogical planning.
The resources are designed to inspire and support teaching aligned with the competence descriptions. Many of these resources also serve as in-service training material for teachers. During the years 2021-2022, over 40 municipal projects across Finland will be piloting the program in practical teaching.
Media literacy for adults
In today’s highly digitalized and mediated world, media literacy is not essential competence only for children and young people but for all ages. There are plenty of examples in the services provided by liberal adult education providers, libraries and other cultural actors, civil society organisations and businesses, which contribute to providing people with opportunities to develop their media literacy. However, even though plenty of work is being carried out, a comprehensive understanding of the overall situation is yet to be achieved. Thus, together with the Centre for Cultural Policy Research Cupore we conducted a qualitative interview study to get a closer look of the current situation.
During the interviews, experts were asked to consider the challenges in their own work aiming to promote adults’ media education, as well as factors that promote or support their work on media literacy. After this, they were asked to assess the field’s general situation in Finland: what the essential challenges in the field are and which factors support the work.
Media literacy is understood broadly in Finland. The study at hand broadens knowledge of what media education perspectives and topics are currently emphasised in media education work and what are the areas where more attention should be paid to in the future. According to the study, attention should be paid to critical media literacy and, in terms of user skills, security skills and data control.
Various literacy concepts, such as media literacy, information literacy and digital literacy, have been introduced to cover the developments in technology and media. Based on the study, defining media literacy as part of broader strategy can help to ensure the needed resources for the practical work.
Setting directions for the future
Study also involved seeking ideas for key actions in the future that could facilitate promoting the media literacy of adults in a comprehensive, high-quality and systematic manner in accordance with the objectives of the Finnish media education policy.
The actions highlighted by experts in the survey can be divided into five areas:
- promoting awareness of media education,
- coordination and steering,
- strengthening the research basis,
- increasing media educational competence and
- developing financing.
Key for systematic development of media literacy is in the cooperation
Promoting media literacy is a joint effort. No one is able to solve all of the challenges related to the actions mentioned above alone, but all can take part in the shared effort. The highlighted actions help with finding points to delve into and create a basis for joint discussion.
In KAVI, we support media literacy work for example by producing, compiling, and preparing support materials, promoting awareness and educational competence, coordinating and creating new opportunities for stakeholders to co-operate, network and provide information about their own activities.
If you are interested to learn more about media literacy in Finland, feel free to contact us.
Lauri Palsa (PhD) is a Senior advisor and media literacy team leader in the National Audiovisual Institute, KAVI, in Finland. He has several years´ experience in researching, developing and promoting national media education in Finland. He is the co-author of the Media literacy in Finland. National media education policy. He is interested in developing contextualized literacies in the digital mediated world, competence-based education, curriculum research and media education.
Leo Pekkala has a long academic and professional career both in Finland and internationally. Dr. Pekkala is the Deputy Director of the National Audiovisual Institute of Finland and the Head of its Media Education and Audiovisual Media Department, a government authority under the Ministry of Education and Culture. His main tasks are the promotion and coordination of media education at a national level. He is also the government authority on supervision of the provision of audiovisual programmes from the perspective of protection of children, and classification of audiovisual programmes (age ratings).
https://www.cremit.it/cd-news/ ( Novembre 2021)
Prosegue il percorso “Check & Design” che ci vede impegnati sul tema della #informationliteracy in un progetto Erasmus+.
👉 A Lisbona SimonaFerrari ha illustrato la piattaforma #Eduopen che ospita #mooc sul tema cremit.it/cd-news/
@Cattolica_News
📍#checkandesign
“Nuovi Alfabeti” di Pier Cesare Rivoltella
Il nuovo lavoro di Pier Cesare Rivoltella prende le mosse da una considerazione: la Media Education si è normalizzata, anche grazie alla diffusione dei media digitali e sociali e alla loro pervasività di impatto sulla vita delle persone: da prospettiva di nicchia, è diventata preoccupazione diffusa rischiando una forte semplificazione.
Il libro muove da questa situazione per descrivere un itinerario in tre tappe.
➡️ La prima è la ricostruzione della storia della Media Literacy e della Media Education negli ultimi vent’anni.
➡️ La seconda consiste in un’ampia descrizione, nella prospettiva dell’educazione ai media, della società informazionale.
➡️ La terza, sostenuta dall’analisi di metasintesi di una selezione di articoli internazionali, prova a indicare i contorni di una nuova Literacy individuandone lo specifico nelle tre dimensioni della #critica, dell’#etica e dell’#estetica.
http://www.morcelliana.net/saggi/3949-nuovi-alfabeti-9788828401933.html
MOOC “3-6-9-12”: seconda edizione
Il libro di Serge Tisseron ( 2016) “3-6-9-12 Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali” e relativo MOOC curato dal CREMIT
Ispirato al libro 3-6-9-12. Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali di Serge Tisseron (2016), il corso in forma di MOOC offerto dal CREMIT periodicamente è articolato in cinque moduli settimanali e si struttura su due dimensioni complementari. Da un lato propone conoscenze e strumenti per ogni fascia di età: nido, scuola d’infanzia, primo e secondo ciclo della primaria. D’altro lato, identifica quattro aspetti centrali che risultano trasversali dalla nascita ai 12 anni: il senso motorio, la capacità di raccontare, il gioco e le relazioni sociali.
Ogni modulo propone video lezioni tenute da docenti universitari, schede di approfondimento tematico, proposte operative da utilizzare nei contesti didattici, materiali letterari, video e digitali utili per approfondire ulteriormente quanto trattato, alcune domande per verificare gli apprendimenti.
Per accompagnare questo processo vi invitiamo a seguire questo tutorial, prodotto da ILAB (Università Cattolica del Sacro Cuore):
https://www.cremit.it/category/media-education/
“La scuola digitale in quanto tale non esiste – ha spiegato Rivoltella nel suo intervento – si tratta di parlare semplicemente di scuola o, se si vuole, di ‘scuola al tempo del digitale‘”. Nella “società del codice”, ha suggerito tre sottolineature al pubblico della Fiera di Rimini:
Il fattore #tempo: oggi è sempre più un tempo contratto ed associato con un processo di #accelerazione costante. La nostra è una società dell’accelerazione, quella che ci fa vivere con la percezione di essere sempre in ritardo sulle cose. Ci sentiamo in colpa per essere in ritardo e per questo prolunghiamo il tempo di servizio oltre il tempo e lo spazio.
La #conoscenza: oggi disponiamo di moltissime #informazioni che si consumano ed invecchiano rapidamente, causando una gestione complessa delle informazioni. Un tempo il problema era come trovare le informazioni, mentre oggi il tema è come sceglierle.
La #relazione: la risorsa umana nell’organizzazione digitale rischia di ridursi a semplice ruolo, a funzione, a somma di #competenze. Occorre allora gestire lo strumento digitale in modo che esso non sostituisca il compito della persona. Si tratta di creare continuamente un rapporto tra #profitto e #democrazia.
Qui il link allo streaming della tavola rotonda “A scuola di digitale. Il digitale a scuola”
Un articolo per approfondire:
“SCUOLA/ Digitale, studenti e prof: evitiamo di usarlo senza capirlo”, ilSussidiario.net, 24 agosto 2019.
“Scuola digitale e digitale nella scuola”, CattolicaNews, 28 agosto 2019
Condividiamo il testo dell’intervento (trascritto da Federica Pilotti e rivisto da Alessandra Carenzio):
A scuola di digitale_ il digitale a scuolaScarica
Read more at https://www.cremit.it/video-la-scuola-al-tempo-del-digitale-lintervento-di-rivoltella-al-meeting-di-rimini/#lcGV4jxEryFLbbyR.99
CSR, azienda, scuola e territorio: il Curricolo di Educazione Civica Digitale tra videointerviste e survey
image: https://www.cremit.it/wp-content/uploads/2019/07/Immagine.png

di Bruno Minini, studente della Laurea Magistrale in Media Education
Che c’entra la responsabilità sociale d’impresa (CSR) con la media education? E con la scuola? Da grande vuoi fare l’insegnante?
La risposta più ovvia al primo quesito potrebbe essere “nulla!”…oppure si potrebbe pensare ad una realtà aziendale il quale know-how c’entra con i media e con l’informazione e che quindi si spende in una qualche attività per incontrare le esigenze della società come nel caso di Sky Academy.
Non è questo il caso, di ciò ne ha parlato molto bene il mio collega Alberto Ciresola della Laurea Magistrale in Media Education. Per me e Stefano Pasta è diventato un pretesto per parlare di Media Literacy con i ragazzi dell’Istituto Superiore Maria Ausiliatrice di Varese. Il progetto è nato grazie ad un progetto della Camera di Commercio di Varese per il quale la scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha vinto il bando. Quando mi è stato comunicato il titolo del progetto sono rimasto un poco basito: “L’azienda e il suo vicinato: dare evidenza alle buone prassi del Welfare”. Mi è venuto da chiedermi cosa c’entrassi in un progetto del genere, che pesci pigliare. Cosa racconto ad un’aula di una trentina di studenti del liceo delle scienze umane riguardo alle buone prassi di un’azienda per sostenere il Welfare? Di un territorio, tra l’altro, che non è neanche il mio!

Si sa, quando una persona sceglie di fare l’educatore nella vita, nelle sue varie declinazioni, sa che dovrà vivere di trasformismo. Ma non quello camaleontico di chi non appartiene a nessun luogo e quindi deve arrangiarsi per sopravvivere, ma quello del trasformista esperto che adatta i suoi saperi, i suoi metodi e gli obiettivi in base all’utenza e al contesto che incontra. Quindi la domanda è sorta spontanea: cosa possono fare questi ragazzi per avvicinarsi a questo tema? Cosa dovrebbero essere capaci di fare alla fine di un progetto come questo? In più: come possiamo noi di Cremit dare un valore aggiunto a questo progetto a cui siamo chiamati a partecipare? Abbiamo cercato di mettere insieme i pezzi partendo dal Curricolo di Educazione Civica Digitale. La traduzione più sensata e spontanea ci è sembrata quella di un intervento orientato alle linee del punto sull’educazione all’informazione: la conoscenza e la ridistribuzione dell’informazione rispetto alle buone pratiche di responsabilità sociale d’impresa sono diventate il pretesto ottimale per una metariflessione sulla creazione, gestione e distribuzione dell’informazione.
La nostra idea si è trasformata in cinque incontri di aula presso la scuola, durante i quali abbiamo condotto i ragazzi attraverso alcuni punti per noi cardine dell’Information Literacy: per produrre consapevolezza sul fatto che al termine del percorso era previsto un evento di restituzione al territorio abbiamo chiesto agli studenti di generare un artefatto, un prodotto che avrebbe dovuto restituire la realtà della responsabilità sociale d’impresa nel loro territorio di appartenenza.
La riflessione è quindi partita da un’infarinatura del concetto di responsabilità sociale d’impresa per poi chiederci: chi sono gli attori e i fruitori di questi processi? Cosa ci interessa sapere? Come otteniamo le informazioni che ci sono necessarie?
Arrivando a dirci che territorio e aziende erano gli attori, dovevamo gestire la collezione e la gestione delle informazioni sul tema da questi attori.
Per quando concerne le aziende è stato semplice: abbiamo scelto di lavorare su un video, o una serie di video, che avessero un taglio giornalistico, come dei servizi di telegiornale in cui le aziende avrebbero raccontato se stesse. Ma il territorio? Come potevamo sapere che percezione ne avesse il territorio? Si è deciso di lavorare sulla costruzione di una survey, ma soprattutto sulla lettura profonda dei dati raccolti e sulla puntuale restituzione degli stessi. Il tutto è collimato in una presentazione all’evento finale, magistralmente tenuta da una studentessa, ma preparata da tutto il collettivo

Per ciò che concerne i video invece, il caso ha deciso di assisterci: infatti il padre di una delle studentesse è un fotografo di professione (Walter Capelli) ed ha voluto partecipare con impegno e professionalità al progetto.
La cura dei testi delle video-interviste alle aziende è stata presa in carico da noi, mentre i ragazzi hanno potuto assistere ad una lezione illuminante sulle tecniche di ripresa e di montaggio e sugli “strumenti del mestiere” di un videomaker. Inoltre il fotografo ci ha tenuto a guidare i ragazzi anche sul campo, prendendo parte alle prime interviste. Questo ha garantito il conseguimento di lavori dal taglio professionale, che sicuramente ha contribuito a dare valore al progetto; ma soprattutto ha contribuito a consapevolizzare i ragazzi sulla complessità della produzione di un’informazione. Soprattutto per quando concerne la qualità dell’informazione prodotta, ossia che sia verificabile, fruibile, arricchente.
Sicuramente d’ora in poi questi ragazzi guarderanno le informazioni, ma anche i video dei loro Youtuber preferiti con uno sguardo più critico, non dando per scontata la qualità di un prodotto. Inoltre, ormai, possono ritenersi dei piccoli esperti di responsabilità sociale d’impresa!
Video Project Work
Di Bruno Minini, studente della Laurea Magistrale in Media Education
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